Giovanni Arpino


Giovanni Arpino è una figura quasi dimenticata del panorama letterario italiano. Eppure la sua penna incanta ancora oggi con uno stile letterario asciutto e lineare, che si mantiene intatto a distanza di oltre cinquant’anni. L’eleganza degli incipit, la struttura “circolare” dei capitoli, i dialoghi serrati e geometrici. La poesia della frase finale, che resta impressa come l’ultima riga delle favole.

I personaggi dei suoi romanzi sono indimenticabili: da Stefano illuminati in L’ombra delle colline al capitano Fausto in Il buio il miele, fino a Giuan di Randagio è l’eroe e a Domingo il favoloso. Le figure femminili sono apparentemente secondarie ma spesso si rivelano i personaggi forti del romanzo, come Serena in La suora giovane e Sara in Il buio e il miele.

La sua produzione letteraria ha toccato tematiche ancora attuali: dal romanzo di formazione alla Resistenza, dall’alienazione del lavoro ed alla lotta quotidiana con il “veleno di ogni giorno”, fino a spingersi ad un’altra dimensione nella cosiddetta trilogia fantastica.

Il cinema ha attinto a piene mani dai suoi romanzi con interpretazioni di mostri sacri del cinema italiano come Marcello Mastroianni in Divorzio all’italiana e Vittorio Gassman in Profumo di donna ed Anima persa, fino a portare all’Oscar Al Pacino nel remake Scent of a Woman.

Una passeggiata letteraria permette di (ri)visitare alcuni luoghi simbolo della città di Torino attraverso le sue parole. Nell’ex zoo davanti ai resti delle gabbia si può leggere integralmente come una pièce teatrale la sfida tra il capitano Fausto ed il leone, tratta da Il buio e il miele.

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Sfondo dell’immagine di copertina tratto dall’immagine “Turin at sunset” di Flesiot con Licenza Creative Commons CC BY-SA 4.0